L'accoglienza che non ci aspettavamo.
Il trattamento che non ci aspettavamo.
Dopo il lungo viaggio di ieri, abbiamo pensato bene di riposarci tutta la mattinata.
Ci svegliamo non senza qualche difficoltà, per ritrovarci a mezzogiorno nella hall dell’hotel.
Con il pullman, fornitoci dell’ambasciata, ci dirigiamo verso il ristorante prenotato.
Inaspettatamente, durante tutto il tragitto, ci accorgiamo di avere una volante della polizia locale che ci fa strada e ci fa arrivare al locale, passando con i semafori rossi e facendo strade contromano.
Dopo un pranzo tipico, l’autobus ci porta vicino al centro di Tashkent, da qui visitiamo la città a piedi, con la guida che ci spiega man mano monumenti e storia.
Come prima tappa entriamo in un parco aperto, dove la guida ci fa vedere il monumento costruito dopo la seconda guerra mondiale, rappresentato da 28 libri (diviso per regioni), con all’interno scritti tutti i nomi dei caduti in guerra e dei veterani morti recentemente.
Accanto a questo monumento c’è un fuoco che brucia davanti a una statua in bronzo di una donna che piange: il concetto è quello di non dimenticare.
Spostandoci più avanti, la guida ci spiega il significato della loro bandiera nazionale: l’azzurro rappresenta il cielo, il bianco la pace, il verde la terra, la luna il fatto che l’Uzbekistan sia un paese nuovo e le 12 stelle sono simbolo di buon auspicio.
Sopra di noi si staglia verso un cielo azzurrissimo un altro monumento formato da tre cicogne sopra un mondo, su cui è rappresentato il territorio uzbeko.
In seguito per spostarci utilizziamo la metro e scopriamo che loro non utilizzano i biglietti, bensì i gettoni: che simpatica ed ecologica invenzione!
Un’altra caratteristica è quella dei mosaici o dipinti che troviamo all’interno delle varie stazioni della metro, i quali rappresentano momenti importanti per la popolazione uzbeka.
L’ultima tappa di oggi è la via pedonale che si trova nei pressi del nostro hotel.
Abbiamo mezz’ora per fare due passi o due pedalate in tandem! Abbiamo notato quanto le pavimentazioni siano irregolari: piene di gradini, fossati e dossi.
Nel tardo pomeriggio stiamo per entrare in hotel ma l’entrata è bloccata da un gruppetto musicale intento ad accogliere una sposa: lei, come da tradizione molto triste, si lascia aspettare dagli invitati per una festa sontuosa.
Stupenda la città di Tashkent: tanto grande quanto sporadica e rassicurante.
Ad un certo punto, un gruppo di studenti uzbeki della nostra età, ci ha intercettati ed ha incominciato a intervistarci circa la nostra provenienza, il turismo delle nostre zone e le impressioni su Tashkent.
Pur avendola vissuta soltanto mezza giornata, le nostre aspettative sono state abbandonatamente superate.
Di questa città avremo ancora molto da scoprire.
Dopo il lungo viaggio di ieri, abbiamo pensato bene di riposarci tutta la mattinata.
Ci svegliamo non senza qualche difficoltà, per ritrovarci a mezzogiorno nella hall dell’hotel.
Con il pullman, fornitoci dell’ambasciata, ci dirigiamo verso il ristorante prenotato.
Inaspettatamente, durante tutto il tragitto, ci accorgiamo di avere una volante della polizia locale che ci fa strada e ci fa arrivare al locale, passando con i semafori rossi e facendo strade contromano.
Dopo un pranzo tipico, l’autobus ci porta vicino al centro di Tashkent, da qui visitiamo la città a piedi, con la guida che ci spiega man mano monumenti e storia.
Come prima tappa entriamo in un parco aperto, dove la guida ci fa vedere il monumento costruito dopo la seconda guerra mondiale, rappresentato da 28 libri (diviso per regioni), con all’interno scritti tutti i nomi dei caduti in guerra e dei veterani morti recentemente.
Accanto a questo monumento c’è un fuoco che brucia davanti a una statua in bronzo di una donna che piange: il concetto è quello di non dimenticare.
Spostandoci più avanti, la guida ci spiega il significato della loro bandiera nazionale: l’azzurro rappresenta il cielo, il bianco la pace, il verde la terra, la luna il fatto che l’Uzbekistan sia un paese nuovo e le 12 stelle sono simbolo di buon auspicio.
Sopra di noi si staglia verso un cielo azzurrissimo un altro monumento formato da tre cicogne sopra un mondo, su cui è rappresentato il territorio uzbeko.
In seguito per spostarci utilizziamo la metro e scopriamo che loro non utilizzano i biglietti, bensì i gettoni: che simpatica ed ecologica invenzione!
Un’altra caratteristica è quella dei mosaici o dipinti che troviamo all’interno delle varie stazioni della metro, i quali rappresentano momenti importanti per la popolazione uzbeka.
L’ultima tappa di oggi è la via pedonale che si trova nei pressi del nostro hotel.
Abbiamo mezz’ora per fare due passi o due pedalate in tandem! Abbiamo notato quanto le pavimentazioni siano irregolari: piene di gradini, fossati e dossi.
Nel tardo pomeriggio stiamo per entrare in hotel ma l’entrata è bloccata da un gruppetto musicale intento ad accogliere una sposa: lei, come da tradizione molto triste, si lascia aspettare dagli invitati per una festa sontuosa.
Stupenda la città di Tashkent: tanto grande quanto sporadica e rassicurante.
Ad un certo punto, un gruppo di studenti uzbeki della nostra età, ci ha intercettati ed ha incominciato a intervistarci circa la nostra provenienza, il turismo delle nostre zone e le impressioni su Tashkent.
Pur avendola vissuta soltanto mezza giornata, le nostre aspettative sono state abbandonatamente superate.
Di questa città avremo ancora molto da scoprire.
Linda Casolla e Carlotta Sandri (Tashkent, 17/03/19)
Alla scoperta della tradizione
Ed eccoci qui sul bus con direzione centro Tashkent alla scoperta di questa meravigliosa terra. Durante il tragitto la guida Beck ci ha presentato velocemente i diversi edifici, giusto per orientarci... Arrivati a destinazione vediamo dei ragazzi con degli aquiloni: Beck ci ha spiegato che è un hobby che viene praticato solitamente durante la primavera, quando qui c'è tanto vento.
Successivamente ammiriamo dall'esterno la sala dei concerti chiamata Istig Lol: in questo edificio si tengono diversi concerti. Di fronte si trova una scultura della famiglia Shamahmudov, in cui sono rappresentati un papà che era un fabbro e una mamma che non svolgeva nessuna attività ma era una casalinga e si occupava solo dei bambini. Attorno ci sono alcuni bambini, che furono adottati durante la guerra dalle due figure prima descritte. Da questa famiglia sono stati adottato complessivamente 15 bambini, tra cui una donna russa attualmente è ancora in vita.
Ci dirigiamo verso la Madrasa, che è una scuola coranica antica: all'epoca medievale, erano le uniche scuole presenti perché anticamente l'istruzione era fondata sulla religione. Questa scuola assieme alle altre presenti sul territorio fu abbandonata quando i russi costruirono nuove scuole più moderne. All'interno di questa struttura si trovano delle celle che venivano utilizzate dai ragazzi per studiare e potevano contenere fino ad un massimo di due studenti. Oggigiorno invece esse sono diventate dei piccoli negozi che vendono diversi oggetti prodotti a mano come dipinti o leggi molti di questi ultimi sono fatto in legno di noce o comunque di materiali abbastanza pregiati.
Finito, saliamo sul bus con direzione il college Kasb-Hunar Kolleji; arrivati a destinazione veniamo accolti calorosamente dagli alunni e dalla dirigenza dell'istituto, che prepara i ragazzi per una formazione alberghiera. Infatti ci mostrano le aule in cui praticano concretamente tutto ciò che apprendono.
Capodanno uzbeko chiamato festa Navruz sarebbe il 21.... ma noi lo abbiamo festeggiato oggi con loro!
La parte vecchia della città di Tashkent ci aspetta nel pomeriggio. Ad Hazarat Imam vi risiede il mufti cioè il capo religioso; lì vicino vediamo l'esterno della Moschea del Venerdì, una delle principali moschee uzbeke. Poi, prima di entrare nel museo del corano togliamo le scarpe dopodiché, al centro della stanza, ammiriamo il primo corano messo in scrittura. Risale al 646! Ai lati dell'edificio vi erano altre stanze con copie e parti del corano.
Personalmente sono rimasta più che affascinata dal sacro libro, il Corano, vedere come era prima di essersi così diffuso con la stampa: la sua calligrafia è ammirevole.
Successivamente ammiriamo dall'esterno la sala dei concerti chiamata Istig Lol: in questo edificio si tengono diversi concerti. Di fronte si trova una scultura della famiglia Shamahmudov, in cui sono rappresentati un papà che era un fabbro e una mamma che non svolgeva nessuna attività ma era una casalinga e si occupava solo dei bambini. Attorno ci sono alcuni bambini, che furono adottati durante la guerra dalle due figure prima descritte. Da questa famiglia sono stati adottato complessivamente 15 bambini, tra cui una donna russa attualmente è ancora in vita.
Ci dirigiamo verso la Madrasa, che è una scuola coranica antica: all'epoca medievale, erano le uniche scuole presenti perché anticamente l'istruzione era fondata sulla religione. Questa scuola assieme alle altre presenti sul territorio fu abbandonata quando i russi costruirono nuove scuole più moderne. All'interno di questa struttura si trovano delle celle che venivano utilizzate dai ragazzi per studiare e potevano contenere fino ad un massimo di due studenti. Oggigiorno invece esse sono diventate dei piccoli negozi che vendono diversi oggetti prodotti a mano come dipinti o leggi molti di questi ultimi sono fatto in legno di noce o comunque di materiali abbastanza pregiati.
Finito, saliamo sul bus con direzione il college Kasb-Hunar Kolleji; arrivati a destinazione veniamo accolti calorosamente dagli alunni e dalla dirigenza dell'istituto, che prepara i ragazzi per una formazione alberghiera. Infatti ci mostrano le aule in cui praticano concretamente tutto ciò che apprendono.
Capodanno uzbeko chiamato festa Navruz sarebbe il 21.... ma noi lo abbiamo festeggiato oggi con loro!
La parte vecchia della città di Tashkent ci aspetta nel pomeriggio. Ad Hazarat Imam vi risiede il mufti cioè il capo religioso; lì vicino vediamo l'esterno della Moschea del Venerdì, una delle principali moschee uzbeke. Poi, prima di entrare nel museo del corano togliamo le scarpe dopodiché, al centro della stanza, ammiriamo il primo corano messo in scrittura. Risale al 646! Ai lati dell'edificio vi erano altre stanze con copie e parti del corano.
Personalmente sono rimasta più che affascinata dal sacro libro, il Corano, vedere come era prima di essersi così diffuso con la stampa: la sua calligrafia è ammirevole.
Siham Kilou (Tashkent, 18/3/2019)
Una visita al Bazar
Dopo un abbondante pranzo, ci dirigiamo verso il Farkhad Bazar, uno dei caratteristici mercati coperti della città di Tashkent. Tramite questa visita abbiamo potuto sperimentare la vera realtà uzbeka, quella vissuta dai residenti, ben diversa da ciò che viene mostrato ai turisti. Attraversando questo labirinto di bancarelle disposte in lunghe file, abbiamo notato la grande varietà di prodotti in vendita, per la maggior parte cibo: frutta, verdura, carne e pesce....e calcare! Sì: lo danno da rosicchiare ai bambini carenti di calcio.....curioso costume. Successivamente abbiamo raggiunto una scuola coranica che introduce gli allievi alla lingua araba e ai rudimenti dell’Islam.
Nel corso delle nostre visite, stiamo notando come la maggior parte della popolazione locale ci osservi meravigliata per il nostro aspetto. La nostra guida ci spiega che molte delle persone viste durante la giornata in città, vengano in realtà da villaggi periferici e che potrebbe essere la prima volta che vedono uno straniero.
Nel corso delle nostre visite, stiamo notando come la maggior parte della popolazione locale ci osservi meravigliata per il nostro aspetto. La nostra guida ci spiega che molte delle persone viste durante la giornata in città, vengano in realtà da villaggi periferici e che potrebbe essere la prima volta che vedono uno straniero.
Giacomo Polli (Tashkent, 19/3/2019)