Una notizia…tante reazioni.
Quale la nostra destinazione?
Riuniti in aula magna osserviamo la cartina del mondo speranzosi, e ansiosi di scoprire la nostra meta. Appena svelato il mistero l’atmosfera si fa tesa e le nostre facce manifestano perplessità e stupore. Uzbekistan. All’inizio siamo tutti più o meno confusi e non così convinti di questo Paese … Poi ci arriva la spiegazione e l’illustrazione di tutti gli obiettivi… un po’ abbiamo capito! Non è così male come pensavamo…
Serena Milanese (Arco, 15/01/19)
L'attesa è finita!
“Quest’anno la destinazione è l’Uzbekistan”. Finalmente il Preside pronuncia la frase tanto attesa dal 12 settembre. Come ogni anno le classi quarte partecipano al progetto di ASL e quest’anno è toccato a noi. Quando ho sentito la parola Uzbekistan sinceramente sono rimasta un po’ perplessa su questa nuova sfida posta dal nostro l’Istituto, perché semplicemente è diversa e mi aspettavo un paese abbastanza conosciuto. La mia perplessità però è subito superata dalla mia curiosità e voglia di conoscere una terra soprattutto a livello culturale diversa dalla realtà in cui vivo. Onestamente non ho delle aspettative, o meglio, non le voglio avere, ma non per mancanza di interesse o importanza del luogo, tanto meno per paura di rimanere delusa, ma ingenuamente perché non voglio partire con dei pregiudizi ma voglio scoprire tutto quello che l’Uzbekistan può offrire, vivendolo. Non è forse questo il giusto atteggiamento del viaggiatore?
Siham Kilou (Arco, 19/01/19)
Un'attesa rivelazione.
Il Preside ci ha riuniti tutti in Aula Magna perché finalmente era arrivato il tanto atteso momento di scoprire la nostra destinazione per il progetto di alternanza scuola-lavoro di quest'anno. All'inizio l'agitazione, l'ansia e l'irrequietezza erano molto diffuse tra noi, impazienti di sapere di più sulla meta prevista. Il preside ha iniziato così ad illustrarci le destinazioni già toccate gli anni precedenti fino ad arrivare a svelarci il segreto dicendo: "UZBEKISTAN". Subito i nostri sguardi erano molto perplessi e stupiti, su alcuni volti si notava un po' di delusione e tristezza, su altri già tanta felicità. Pochi minuti dopo aver ascoltato con attenzione l'illustrazione del Paese presentata dal Preside stesso, ci siamo tutti tranquillizzati ed ora aspettiamo soltanto il momento di partire!
Nicole Valentini (Arco, 16/01/19)
Una notizia stupefacente.
Stamattina ci hanno chiamato in Aula Magna per la riunione sulla destinazione del progetto di alternanza scuola-lavoro. C’era un’atmosfera tesa ed eccitata allo stesso tempo, volevamo sapere ma non sapevamo nemmeno cosa aspettarci e molti di noi speravano in una meta oltreoceano.
Ero seduta in prima fila: il Preside iniziava con il suo discorso e io avevo la cartina del mondo proprio di fronte a me. Mi stavo immaginando già una meta poco conosciuta. Poi la fatidica frase: “quale Stato ha come capitale Tashkent?” qualcuno lo ha mormorato e il Preside come conferma lo ha ripetuto. “Uzbekistan!”.
Io e una mi amica ci siamo guardate sconcertate, è stato un colpo al cuore, c’era un brusio di “non ci posso credere”, speravo fosse uno scherzo ma invece no. Non avevo idea di cosa pensare, non sapevo nemmeno cosa ci fosse in Uzbekistan, cercavo di trovarci un senso, continuavo a ripetermi “Avrà davvero un senso?” Poi, pensandoci su, avevo realizzato che in effetti è un’idea geniale!!! Mai vista prima e le aspettative crescono. Crescono....
Ero seduta in prima fila: il Preside iniziava con il suo discorso e io avevo la cartina del mondo proprio di fronte a me. Mi stavo immaginando già una meta poco conosciuta. Poi la fatidica frase: “quale Stato ha come capitale Tashkent?” qualcuno lo ha mormorato e il Preside come conferma lo ha ripetuto. “Uzbekistan!”.
Io e una mi amica ci siamo guardate sconcertate, è stato un colpo al cuore, c’era un brusio di “non ci posso credere”, speravo fosse uno scherzo ma invece no. Non avevo idea di cosa pensare, non sapevo nemmeno cosa ci fosse in Uzbekistan, cercavo di trovarci un senso, continuavo a ripetermi “Avrà davvero un senso?” Poi, pensandoci su, avevo realizzato che in effetti è un’idea geniale!!! Mai vista prima e le aspettative crescono. Crescono....
Nicole Morandi (Arco, 17/01/19)
Alla scoperta della destinazione.
Siamo a metà mattinata scolastica e il Preside ci riunisce tutti in Aula Magna. Sta per svelarci il nome della nostra misteriosa destinazione. Dalle nostre facce si può notare come siamo ansiosi ed emozionati. Il Preside incomincia il suo discorso raccontandoci di tutti i vecchi progetti fino ad arrivare al 2019, il nostro anno! Ed ecco annunciata la nostra meta…l’Uzbekistan. Ecco che cala un attimo di silenzio, dopo di che tutti incominciano a parlare, chi è felice, chi è senza parole e chi invece è rattristato e deluso. Io sono contenta di intraprendere una nuova esperienza in un posto come questo. Dopo esserci confrontati tra di noi, il Preside riprende la parola e incomincia a presentare il Paese.
Meraviglia, stupore, timore e impazienza di partire.
Meraviglia, stupore, timore e impazienza di partire.
Martina Beretta (Arco, 18/10/18)
Un mondo tutto da scoprire.
Quest’anno la meta scelta per il progetto di alternanza scuola-lavoro è l’Uzbekistan. Il progetto proposto ha infatti carattere di trasversalità e multidisciplinarità e ci darà l’opportunità di approfondire lo studio delle realtà produttive, di ricerca, commerciali e turistiche dell’Uzbekistan in relazione al nostro Trentino. Noi studenti ci impegneremo a documentarre i materiali raccolti e prodotti con sito web e testimoniare fotografie. Gli obbiettivi e le aspettative di questo viaggio sono alte, vogliamo cogliere questa grande opportunità che ci è stata data e sfruttarla nel miglior modo possibile, dando il meglio di noi e facendo tutto il possibile per rendere questa esperienza unica!
Emma Dallapiccola (Arco, 27/02/19)
Aspettative
Era un giorno soleggiato d’ottobre ed avevamo l’appuntamento in Aula Magna con il Preside della scuola per scoprire dove avremmo svolto il nostro viaggio all’estero. Entrati in Aula Magna subito notiamo la carta dell’Asia e una del mondo e c’era molta suspense nell’aria. Io appena ho visto la carta fisica dell’Asia ho cominciato a pensare: forse ci porterà in India? In Cina? In Giappone? E sentivo molti esprimere idee simili alle mie. Appena entra, il Preside ci spiega brevemente dove hanno già svolto i vari viaggi; ci introduce in questo tipo di viaggio: dopo una descrizione storica del paese ci rileva la meta: Uzbekistan. Scoperta la meta c’era molta ansia e curiosità… o almeno è quello che ho provato io, ma sin da subito ho riscontrato questi sentimenti anche nei miei compagni.
Michelle Girardi (Arco, 21/01/19)
Una meta inaspettata
Quel giorno è sempre il più atteso, per chi come noi frequentano la IV dell’Istituto Tecnico Turistico e il Liceo Scienze Applicate.
E’ il giorno della comunica della destinazione del viaggio formativo, appunto di quarta.
Ci siamo recati presso l’aula magna, dove si tengono solitamente incontri e riunioni.
Una volta seduti, con davanti a noi una cartina geografica, eravamo letteralmente pieni d’ansia e si iniziavano a sentire le voci più disperate e le varie scommesse sulla destinazione individuate da tutti noi.
C’era chi sperava nell’America del sud, chi nell’Australia, chi nella Norvegia…
Dopo qualche attimo di silenzio, mentre il preside parlava e introduceva il viaggio, la destinazione fu svelata.
Uzbekistan! Perplessi, tutti ci siamo guardati e chiesti dove fosse esattamente e qualcuno se esistesse veramente.
Dopo qualche esitazione, mugugno e perplessità, c’è stata spiegata la motivazione di questa meta, che diciamolo, ha lasciato all’inizio un po’ tutti senza parole.
Con il passare dei giorni, la riunione con i genitori e le varie ricerche fatte a casa, le acque si sono calmate, siamo tutti più tranquilli e non vediamo l’ora di partire.
E’ il giorno della comunica della destinazione del viaggio formativo, appunto di quarta.
Ci siamo recati presso l’aula magna, dove si tengono solitamente incontri e riunioni.
Una volta seduti, con davanti a noi una cartina geografica, eravamo letteralmente pieni d’ansia e si iniziavano a sentire le voci più disperate e le varie scommesse sulla destinazione individuate da tutti noi.
C’era chi sperava nell’America del sud, chi nell’Australia, chi nella Norvegia…
Dopo qualche attimo di silenzio, mentre il preside parlava e introduceva il viaggio, la destinazione fu svelata.
Uzbekistan! Perplessi, tutti ci siamo guardati e chiesti dove fosse esattamente e qualcuno se esistesse veramente.
Dopo qualche esitazione, mugugno e perplessità, c’è stata spiegata la motivazione di questa meta, che diciamolo, ha lasciato all’inizio un po’ tutti senza parole.
Con il passare dei giorni, la riunione con i genitori e le varie ricerche fatte a casa, le acque si sono calmate, siamo tutti più tranquilli e non vediamo l’ora di partire.
Linda Casolla (Arco, 21/01/19)
Partiamo! Ma per dove!?
Per gli altri era un normalissimo giorno di scuola, mentre per noi delle classi quarte dell’istituto tecnico e economico per il turismo e del liceo delle scienze applicate era un giorno speciale: ci avrebbero finalmente comunicato dove avremmo svolto il progetto internazionale di alternanza scuola-lavoro, dove avremmo fatto il fatidico viaggio che avevamo aspettato fin dalla prima superiore.
Le ore prima dell’incontro in aula magna erano ore di continuo brusio, non riuscivamo più ad aspettare. C’è chi era partito con scommesse sullo stato neanche fossimo ad una corsa di cavalli! Una volta entrati in aula magna il vuoto: c’era una carta geografica dell’Asia. Quasi la totalità di noi pensava ad una meta verso le Americhe, o addirittura in un Paese come l’Australia. L’Asia ci aveva spiazzato, nessuno sapeva più cosa aspettarsi. Dopo la solita introduzione del progetto ecco che il Preside pronuncia la fatidica frase: “Noi andremo in Uzbekistan!”. Panico totale sulle nostre facce, avrei voluto essere al posto del Preside per vederci!
All’inizio pensavamo ad uno scherzo, e invece no. Dopo aver metabolizzato la cosa, a distanza di qualche mese, un po’ d’ansia rimane, sia positiva che negativa, ma man mano che ci avviciniamo a quel fatidico 16 marzo, la voglia di partire per quest’esperienza unica è sempre di più.
Le ore prima dell’incontro in aula magna erano ore di continuo brusio, non riuscivamo più ad aspettare. C’è chi era partito con scommesse sullo stato neanche fossimo ad una corsa di cavalli! Una volta entrati in aula magna il vuoto: c’era una carta geografica dell’Asia. Quasi la totalità di noi pensava ad una meta verso le Americhe, o addirittura in un Paese come l’Australia. L’Asia ci aveva spiazzato, nessuno sapeva più cosa aspettarsi. Dopo la solita introduzione del progetto ecco che il Preside pronuncia la fatidica frase: “Noi andremo in Uzbekistan!”. Panico totale sulle nostre facce, avrei voluto essere al posto del Preside per vederci!
All’inizio pensavamo ad uno scherzo, e invece no. Dopo aver metabolizzato la cosa, a distanza di qualche mese, un po’ d’ansia rimane, sia positiva che negativa, ma man mano che ci avviciniamo a quel fatidico 16 marzo, la voglia di partire per quest’esperienza unica è sempre di più.
Carlotta Sandri (Arco, 21/01/19)