Bukhara: un'impronta tangibile dell'essenza uzbeka
Ci svegliamo la mattina presto e partiamo per Bukhara! Oggi 21 marzo, è festa nazionale: la società uzbeka festeggia il Navruz, ossia il Giorno Nuovo, anche considerato come antico capodanno iraniano.
Durante il tragitto ci fermiamo per vedere un antico pozzo, molto ampio e coperto da una cupola: la guida Bek ci spiega che serviva per far sì che l’acqua venisse protetta dalle sporcizie trasportate dall’aria. Di fronte a questo pozzo, si trovano dei resti di un cosiddetto ‘caravanserraglio’: una specie di punto di sosta e di ristoro per le carovane.
La strada che percorriamo si trova in mezzo alla steppa e molto probabilmente è la stessa via della seta, percorsa da Marco Polo!
Arrivati a Bukhara, andiamo subito a pranzo in un ristorante tipico (con una inaspettata sorta di amatriciana alla uzbeka...) e in seguito iniziamo il nostro giro turistico con la guida.
Bukhara è considerata il centro dell’Islam ed un tempo era protetta da ben 16 chilometri di mura, di cui ora ci sono solo pochi resti.
“Bukhara” deriva presumibilmente dalla parola “vihara”, che significa tempio.
Nel prima piazza che visitiamo, si trovano una Madrasa, un minareto e una moschea.
Il minareto è la costruzione più antica (XII sec.) ed è alto 50 metri, di cui attualmente 10 sotto terra.
Il diametro alla base è di 9 metri e piano piano, andando verso l’alto si restringe.
Il minareto è simbolo di potere e ricchezza, ma serve anche per richiamare i fedeli islamici alla preghiera.
La madrasa è una costruzione che risale al 1500 ed è l’unica che è sempre stata funzionante (anche sotto il comando di Stalin).
Questa madrasa ha un enorme prestigio nel mondo islamico, paragonabile alle università della “Ivy League”.
Essendo ancora funzionante non abbiamo purtroppo la possibilità di visitarla all’interno, ma Bek ci ha spiegato che è fornita di dormitori e cimitero e, oltre alla religione, si studiano anche le materie regolari ed essendo una scuola prestigiosa è a pagamento e bisogna sostenere un esame per entrare.
Il terzo grande monumento della piazza che visitiamo è la moschea del venerdì, ora sconsacrata e usata solo in occasioni speciali, come durante il ramadan.
Al centro del suo cortile, c’è un sacro albero di gelso e in seguito ci hanno costruito anche una tomba.
Dopo aver visitato questa piazza, ci spostiamo all’interno di una bottega di tipici tappeti di seta, di qualsiasi forma, grandezza colore e sopratutto prezzo! Il tappeto più economico in vendita costa ben 250€, mentre i più costosi arrivano a superare i 25.000€. Sono davvero stupefacenti a vedersi...
In seguito ci dirigiamo verso il primo dei tanti snodi mercantili coperti: la cupola dei gioiellieri, al cui interno ci sono vari negozietti e sopratutto souvenir per turisti.
Usciti da questa cupola, abbiamo a disposizione mezz’ora per visitare individualmente le varie botteghe.
Il ritrovo è tra due Madrase: due madrase di diverse epoche, dunque poste su due livelli diversi. A sinistra troviamo quella risalente al 1400, caratterizzata da scritte in arabo e forme geometriche, mentre quella di destra risale al 1600 ed è caratterizzata da decorazioni floreali. È curioso come il Seicento abbia prodotto anche un barocco uzbeko! Notiamo che non è stata decorata interamente, infatti non è mai stata finita.
Dopo il ritrovo, tutto insieme ci dirigiamo verso la seconda cupola: la cupola dei cappellai, anche qui visitiamo alcune botteghe, in direzione verso la terza cupola, quella del cambiovaluta.
Una volta visitata anch’essa, ci incamminiamo verso l’hotel, per la sistemazione e in seguito una bella cenetta tipica.
Durante il tragitto ci fermiamo per vedere un antico pozzo, molto ampio e coperto da una cupola: la guida Bek ci spiega che serviva per far sì che l’acqua venisse protetta dalle sporcizie trasportate dall’aria. Di fronte a questo pozzo, si trovano dei resti di un cosiddetto ‘caravanserraglio’: una specie di punto di sosta e di ristoro per le carovane.
La strada che percorriamo si trova in mezzo alla steppa e molto probabilmente è la stessa via della seta, percorsa da Marco Polo!
Arrivati a Bukhara, andiamo subito a pranzo in un ristorante tipico (con una inaspettata sorta di amatriciana alla uzbeka...) e in seguito iniziamo il nostro giro turistico con la guida.
Bukhara è considerata il centro dell’Islam ed un tempo era protetta da ben 16 chilometri di mura, di cui ora ci sono solo pochi resti.
“Bukhara” deriva presumibilmente dalla parola “vihara”, che significa tempio.
Nel prima piazza che visitiamo, si trovano una Madrasa, un minareto e una moschea.
Il minareto è la costruzione più antica (XII sec.) ed è alto 50 metri, di cui attualmente 10 sotto terra.
Il diametro alla base è di 9 metri e piano piano, andando verso l’alto si restringe.
Il minareto è simbolo di potere e ricchezza, ma serve anche per richiamare i fedeli islamici alla preghiera.
La madrasa è una costruzione che risale al 1500 ed è l’unica che è sempre stata funzionante (anche sotto il comando di Stalin).
Questa madrasa ha un enorme prestigio nel mondo islamico, paragonabile alle università della “Ivy League”.
Essendo ancora funzionante non abbiamo purtroppo la possibilità di visitarla all’interno, ma Bek ci ha spiegato che è fornita di dormitori e cimitero e, oltre alla religione, si studiano anche le materie regolari ed essendo una scuola prestigiosa è a pagamento e bisogna sostenere un esame per entrare.
Il terzo grande monumento della piazza che visitiamo è la moschea del venerdì, ora sconsacrata e usata solo in occasioni speciali, come durante il ramadan.
Al centro del suo cortile, c’è un sacro albero di gelso e in seguito ci hanno costruito anche una tomba.
Dopo aver visitato questa piazza, ci spostiamo all’interno di una bottega di tipici tappeti di seta, di qualsiasi forma, grandezza colore e sopratutto prezzo! Il tappeto più economico in vendita costa ben 250€, mentre i più costosi arrivano a superare i 25.000€. Sono davvero stupefacenti a vedersi...
In seguito ci dirigiamo verso il primo dei tanti snodi mercantili coperti: la cupola dei gioiellieri, al cui interno ci sono vari negozietti e sopratutto souvenir per turisti.
Usciti da questa cupola, abbiamo a disposizione mezz’ora per visitare individualmente le varie botteghe.
Il ritrovo è tra due Madrase: due madrase di diverse epoche, dunque poste su due livelli diversi. A sinistra troviamo quella risalente al 1400, caratterizzata da scritte in arabo e forme geometriche, mentre quella di destra risale al 1600 ed è caratterizzata da decorazioni floreali. È curioso come il Seicento abbia prodotto anche un barocco uzbeko! Notiamo che non è stata decorata interamente, infatti non è mai stata finita.
Dopo il ritrovo, tutto insieme ci dirigiamo verso la seconda cupola: la cupola dei cappellai, anche qui visitiamo alcune botteghe, in direzione verso la terza cupola, quella del cambiovaluta.
Una volta visitata anch’essa, ci incamminiamo verso l’hotel, per la sistemazione e in seguito una bella cenetta tipica.
Linda Casolla & Carlotta Sandri (Bukhara, 21/03/2019)
I resti di un'antica città islamica
Come ogni mattinata anche oggi Bek, la nostra guida, ci introduce le attività di questa giornata un po' grigia e ci parla pure dei cambiamenti ottenuti con il nuovo presidente che a quanto pare sta facendo passi da gigante per far progredire lo Stato.
Iniziamo con la visita del Mausoleo di Ismail Samoniy: questa struttura risale all'800-900 e appartiene alla dinastia dei Samaniti, è stata una delle prime ad essere destinata - dagli arabi - a dirigere gli aristocratici locali, i primi uzbeki a convertirsi all'Islam perché altrimenti avrebbero perso le loro ricchezze e proprietà. Ismail Samoniy fece costruire il mausoleo in maniera più decorata rispetto a quelli voluti dal profeta Maometto, che preferiva invece uno stile più semplice. Quello di Ismail presenta una costruzione composta da una copula mentre nella facciata ci sono quaranta cerchi che rappresentano il mandala. All'interno del mausoleo c'erano due sepolture, adesso invece solo una perché occupava troppo spazio; si suppone che ci fosse stato il corpo di Ismail e del padre oppure del padre di Ismail e di suo figlio.
Questo luogo veniva considerato sacro infatti qui il pellegrinaggio era molto frequente. Oltre a ciò Bek ci dice anche una curiosità. All'epoca la popolazione poteva esprimere la propria opinione e fare delle richieste, perciò quando veniva fatta una richiesta non gradita al governatore, lui agiva con furbizia: scriveva su un foglio la richiesta del popolo e la metteva all'interno del mausoleo dicendo al popolo che era meglio lasciare decidere gli antenati, ma in realtà imbrogliava perché sul foglio scriveva la scelta che lui voleva.
Terminata la visita del Mausoleo proseguiamo in una bottega che produce piatti di rame. La procedura per la produzione dei piatti consiste nel prendere un piatto e per metterlo nel catrame così da poterlo lavorare meglio; infine il catrame viene sciolto e il piatto viene lavato così si ottiene un piatto di rame decorato e raffinato.
La Chasma Ayoub è un museo con all'interno un pozzo che non risale ad un'epoca precisa, ma si narra che la gente di Bukhara soffriva per la mancanza dell'acqua a causa del deserto che la circondava, la popolazione domandò dunque al profeta Giobbe un miracolo: il profeta colpì con il suo bastone il terreno e da lì uscì l'acqua e proprio lì venne costruito un pozzo. L'acqua di questo pozzo veniva considerata santa, infatti molti la bevevano per guarire da una malattia o da qualsiasi problema. Sempre all'interno di questa struttura ci sono anche delle mappe che rappresentano la quantità dei bagni turchi presenti sul territorio di Bukhara (oggi soltanto due sono ancora funzionanti, ma assieme ai bagni turchi ci sono anche moltissime vasche).
Oggi è venerdì, questo giorno è santo ed è molto importante per i musulmani in quanto dedicano se stessi alla preghiera, fortunatamente abbiamo la possibilità di visitare la Moschea Bolohauze. La moschea è piccola per poter contenere molti fedeli, infatti di fronte alla moschea ci sono molti tappeti per la preghiera del Duhr (seconda preghiera del giorno).
La struttura è circondata da 40 colonne, 20 nella facciata frontale e 20 dietro. Fuori dalla moschea si trova una vasca dove vi era abitudine tuffarsi dentro.
Usciti dalla moschea ci dirigiamo verso la Cittadella di Bukhara che fu distrutta a causa di un bombardamento infatti l'80% di questa struttura è stato ristrutturato. All'interno si trova la Sala del Trono, e al centro della struttura si trova il trono, a destra invece c'è un scultura di un leone (presumibile, perché lo hanno costruito in base alla loro immaginazione!); il leone conduce ad una porta: si narra che era una tesoriera ma non vi è mai stato trovato il tesoro. Accanto si trova il Museo della storia di Bukhara, all'interno ci sono diversi foto di Amir e Sultani che sono i capi delle città, si trovano anche i costumi della popolazione, gli oggetti personali che appartenevano all'emiro, al centro di una stava si trova un enorme samovar che è un contenitore russo che serviva a far bollire l'acqua. Proseguendo vediamo il trono del sultano ancora in buono stato e alcuni suoi abiti.
Nella Cittadella ci sono anche le stalle dove potevano stare fino a un massimo di 12 cavalli.
Finita la visita della cittadella ci dirigiamo verso Char Minar che rappresenta i quattro minareti di Bukhara e la città stessa. Questi minareti non sono autentici in quanto non vi sono finestre e scale; probabilmente la struttura non è stata completata per mancanza di soldi.
Nodir Devon Begi è una madrasa che risale al 1500- 1600 ed è il cuore di Bukhara. In questo complesso sono raffigurate creature mitologiche; accanto a questo edificio c'è una statua di una sorta di "pierino uzbeko" l'eroe di tutti i racconti comici uzbeki.
Proseguiamo verso Labi Hauz, una vasca di Bukhara: si narra che la vasca appartenesse ad una donna ebrea benestante, il primo ministro voleva comprare la vasca ma lei non accettò, quando però la casa della donna si distrusse lei fu quasi costretta a venderla per poterne comperare un'altra, quindi cedette la vasca al ministro e in cambio lui avrebbe dovuto costruire una sinagoga.
Di fronte alla vasca c'è un monastero dove la popolazione prega. Abdul era il primo ministro che era andato a Kabul, dove gli è stato regalato un candelabro prezioso; quando è tornato indietro gli fu chiesto di venderlo, ma lui non ha voluto. Sua moglie era triste perché non aveva figli e dunque nessuno poteva trasmettere la loro cultura e tradizione di conseguenza, dunque Abdul ha venduto il candelabro e con i soldi ottenuti ha costruito il complesso affinché rimanesse di lui e di sua moglie un ricordo.
Siamo in bus.. il viaggio verso Samarkanda è abbastanza lungo così iniziamo a fare un po' di domande a Bek, per trovare una risposta alle nostre curiosità. Bek ci racconta che: le donne usavano l'henné per unire le sopracciglia ed era un modo per divertirsi quando erano assieme, ma oggigiorno si è persa questa tradizione a causa dei prodotti cosmetici. Secondo la statistica, l'Uzbekistan era caratterizzato dalla via delle seta dove passarono diversi popoli tra cui turchi, arabi, mongoli, russi, greci e pure gli italiani: per questi motivi ci sono diverse etnie e tratti somatici differenti. Per quanto riguarda l'assistenza sanitaria è garantita al 98%, i servizi sono garantiti ma i medicinali sono a pagamento. Nel caso di emergenza i servizi sono garantiti per i primi 3 giorni per quanto riguarda gli ospedali pubblici; gli interventi chirurgici privati invece possono costare fino ai 500 euro compresi i medicinali. Il nuovo presidente però, garantisce però nuove strutture e macchinari.
Concludiamo la giornata a cena do un'anziana signora (Mubaro, che significa prosperità). Negli anni '90, subito dopo l'indipendenza, l'economia non andava molto bene di conseguenza mancavano anche i ristoranti, nascono così le case-ristoranti che ospitavano i turisti. Mubaro fu una delle prime donne che ad adottare questa tipologia di ristorazione; abbiamo la possibilità di stare con lei, che ci recita alcune Dua, cioè auguri per la felicità, serenità, prosperità, salute e benessere.
Che giornata ragazzi!
Iniziamo con la visita del Mausoleo di Ismail Samoniy: questa struttura risale all'800-900 e appartiene alla dinastia dei Samaniti, è stata una delle prime ad essere destinata - dagli arabi - a dirigere gli aristocratici locali, i primi uzbeki a convertirsi all'Islam perché altrimenti avrebbero perso le loro ricchezze e proprietà. Ismail Samoniy fece costruire il mausoleo in maniera più decorata rispetto a quelli voluti dal profeta Maometto, che preferiva invece uno stile più semplice. Quello di Ismail presenta una costruzione composta da una copula mentre nella facciata ci sono quaranta cerchi che rappresentano il mandala. All'interno del mausoleo c'erano due sepolture, adesso invece solo una perché occupava troppo spazio; si suppone che ci fosse stato il corpo di Ismail e del padre oppure del padre di Ismail e di suo figlio.
Questo luogo veniva considerato sacro infatti qui il pellegrinaggio era molto frequente. Oltre a ciò Bek ci dice anche una curiosità. All'epoca la popolazione poteva esprimere la propria opinione e fare delle richieste, perciò quando veniva fatta una richiesta non gradita al governatore, lui agiva con furbizia: scriveva su un foglio la richiesta del popolo e la metteva all'interno del mausoleo dicendo al popolo che era meglio lasciare decidere gli antenati, ma in realtà imbrogliava perché sul foglio scriveva la scelta che lui voleva.
Terminata la visita del Mausoleo proseguiamo in una bottega che produce piatti di rame. La procedura per la produzione dei piatti consiste nel prendere un piatto e per metterlo nel catrame così da poterlo lavorare meglio; infine il catrame viene sciolto e il piatto viene lavato così si ottiene un piatto di rame decorato e raffinato.
La Chasma Ayoub è un museo con all'interno un pozzo che non risale ad un'epoca precisa, ma si narra che la gente di Bukhara soffriva per la mancanza dell'acqua a causa del deserto che la circondava, la popolazione domandò dunque al profeta Giobbe un miracolo: il profeta colpì con il suo bastone il terreno e da lì uscì l'acqua e proprio lì venne costruito un pozzo. L'acqua di questo pozzo veniva considerata santa, infatti molti la bevevano per guarire da una malattia o da qualsiasi problema. Sempre all'interno di questa struttura ci sono anche delle mappe che rappresentano la quantità dei bagni turchi presenti sul territorio di Bukhara (oggi soltanto due sono ancora funzionanti, ma assieme ai bagni turchi ci sono anche moltissime vasche).
Oggi è venerdì, questo giorno è santo ed è molto importante per i musulmani in quanto dedicano se stessi alla preghiera, fortunatamente abbiamo la possibilità di visitare la Moschea Bolohauze. La moschea è piccola per poter contenere molti fedeli, infatti di fronte alla moschea ci sono molti tappeti per la preghiera del Duhr (seconda preghiera del giorno).
La struttura è circondata da 40 colonne, 20 nella facciata frontale e 20 dietro. Fuori dalla moschea si trova una vasca dove vi era abitudine tuffarsi dentro.
Usciti dalla moschea ci dirigiamo verso la Cittadella di Bukhara che fu distrutta a causa di un bombardamento infatti l'80% di questa struttura è stato ristrutturato. All'interno si trova la Sala del Trono, e al centro della struttura si trova il trono, a destra invece c'è un scultura di un leone (presumibile, perché lo hanno costruito in base alla loro immaginazione!); il leone conduce ad una porta: si narra che era una tesoriera ma non vi è mai stato trovato il tesoro. Accanto si trova il Museo della storia di Bukhara, all'interno ci sono diversi foto di Amir e Sultani che sono i capi delle città, si trovano anche i costumi della popolazione, gli oggetti personali che appartenevano all'emiro, al centro di una stava si trova un enorme samovar che è un contenitore russo che serviva a far bollire l'acqua. Proseguendo vediamo il trono del sultano ancora in buono stato e alcuni suoi abiti.
Nella Cittadella ci sono anche le stalle dove potevano stare fino a un massimo di 12 cavalli.
Finita la visita della cittadella ci dirigiamo verso Char Minar che rappresenta i quattro minareti di Bukhara e la città stessa. Questi minareti non sono autentici in quanto non vi sono finestre e scale; probabilmente la struttura non è stata completata per mancanza di soldi.
Nodir Devon Begi è una madrasa che risale al 1500- 1600 ed è il cuore di Bukhara. In questo complesso sono raffigurate creature mitologiche; accanto a questo edificio c'è una statua di una sorta di "pierino uzbeko" l'eroe di tutti i racconti comici uzbeki.
Proseguiamo verso Labi Hauz, una vasca di Bukhara: si narra che la vasca appartenesse ad una donna ebrea benestante, il primo ministro voleva comprare la vasca ma lei non accettò, quando però la casa della donna si distrusse lei fu quasi costretta a venderla per poterne comperare un'altra, quindi cedette la vasca al ministro e in cambio lui avrebbe dovuto costruire una sinagoga.
Di fronte alla vasca c'è un monastero dove la popolazione prega. Abdul era il primo ministro che era andato a Kabul, dove gli è stato regalato un candelabro prezioso; quando è tornato indietro gli fu chiesto di venderlo, ma lui non ha voluto. Sua moglie era triste perché non aveva figli e dunque nessuno poteva trasmettere la loro cultura e tradizione di conseguenza, dunque Abdul ha venduto il candelabro e con i soldi ottenuti ha costruito il complesso affinché rimanesse di lui e di sua moglie un ricordo.
Siamo in bus.. il viaggio verso Samarkanda è abbastanza lungo così iniziamo a fare un po' di domande a Bek, per trovare una risposta alle nostre curiosità. Bek ci racconta che: le donne usavano l'henné per unire le sopracciglia ed era un modo per divertirsi quando erano assieme, ma oggigiorno si è persa questa tradizione a causa dei prodotti cosmetici. Secondo la statistica, l'Uzbekistan era caratterizzato dalla via delle seta dove passarono diversi popoli tra cui turchi, arabi, mongoli, russi, greci e pure gli italiani: per questi motivi ci sono diverse etnie e tratti somatici differenti. Per quanto riguarda l'assistenza sanitaria è garantita al 98%, i servizi sono garantiti ma i medicinali sono a pagamento. Nel caso di emergenza i servizi sono garantiti per i primi 3 giorni per quanto riguarda gli ospedali pubblici; gli interventi chirurgici privati invece possono costare fino ai 500 euro compresi i medicinali. Il nuovo presidente però, garantisce però nuove strutture e macchinari.
Concludiamo la giornata a cena do un'anziana signora (Mubaro, che significa prosperità). Negli anni '90, subito dopo l'indipendenza, l'economia non andava molto bene di conseguenza mancavano anche i ristoranti, nascono così le case-ristoranti che ospitavano i turisti. Mubaro fu una delle prime donne che ad adottare questa tipologia di ristorazione; abbiamo la possibilità di stare con lei, che ci recita alcune Dua, cioè auguri per la felicità, serenità, prosperità, salute e benessere.
Che giornata ragazzi!
Siham Kilou (Samarkanda, 22/03/19)